Il Consorzio Parco del Lura ospita nella sua nuova sede di Caslino al Piano, nel Comune di Cadorago, gli affreschi medievali provenienti da un cascinale in rovina delle campagne di Bulgorello, noto come Cascina S. Angelo. Gli affreschi, scoperti agli inizi degli anni '90 del Novecento da Cesare Piovan e Oleg Zastrow allorchè l'edificio era ormai disabitato, furono oggetto di iniziali studi da parte di Alberto Rovi. Indebitamente staccati dalla proprietà all'atto di cessione dell'immobile (2000), vennero recuperati ad opera del Nucleo dei CC per la Tutela dei Beni Culturali, sequestrati e poi confiscati dall'Autorità Giudiziaria che li affidò in temporanea custodia al Museo Civico di Como (2003). La Soprintendenza Regionale, nello stesso anno, impose un vincolo di tutela sulle porzioni di edificio di più antica elevazione (cappella e campanile). Rimasti a lungo nei magazzeni della Pinacoteca, gli affreschi sono stati finalmente (2012 – 2013) restaurati dall'equipe dell'Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como guidata da Vanda Maria Franceschetti.
Risulta probabile l'intitolazione della chiesa a S. Eusebio pur se la visita del vescovo Ninguarda (1592) parla di cappella di S. Eusebio "de S. Angelo" ed aggiunge, in elenco, al titolo di S. Eusebio, quello alternativo dei Santi Proto e Giacinto, martiri venerati nel Duomo di Como. La cascina apparteneva alla famiglia Carcano di Vertemate e ad un Carcano, Giovanni Pietro, fu imputata la profanazione della chiesa, con minaccia di scomunica da parte del vescovo Filippo Archinti (1597). La trasformazione da chiesa in abitazione comportò la suddivisione in piani e la probabile perdita della parte inferiore delle figure dipinte, deturpate dalla soletta. Il restauro ha consentito di rimuovere l'intonaco eccedente e di ricollocarli su cinque pannelli alveolari della stessa altezza, ma di larghezza variabile secondo le dimensioni degli affreschi. Si tratta di un'importante testimonianza di pittura romanica, assegnabile alla prima metà del secolo XI, che trova confronti, a giudizio dello Storico dell'Arte Alberto Rovi, con i famosi affreschi di San Vincenzo di Galliano a Cantù, con i due apostoli di S. Vincenzo a Cucciago, con le figure della chiesa luganese di S. Maria Assunta di Sorengo, e trova lontane premesse per il bel fregio vegetale policromo nel ciclo altomedievale di Castelseprio e un diretto riscontro contemporaneo nel fregio piemontese del Castello di Mongrando. Putroppo non sono identificabili i quattro busti di santi (una figura femminile e tre maschili, due dei quali col capo tonsurato), a causa della lacunosità dei resti e della probabile caduta di motivi iconografici e di iscrizioni. Erano collocati affrontati e piuttosto distanziati, due sulla parete nord, due su quella sud. Nessuna figura consente richiami all'intitolazione della chiesa. Anche la figura dell'aquila di San Giovanni Evangelista, collocata su una lesena della parete orientale, rimane isolata. Stilisticamente sono fra loro omogenei ed attribuibili alla stessa anonima mano d'artista.
L'iniziativa dell'operazione si deve al Consorzio Parco del Lura con il patrocinio della Fondazione Cariplo, il contributo della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca e con il sostegno istituzionale e tecnico della Soprintendenza ai Beni Architettonici e del Paesaggio, della Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano e dei Civici Musei di Como.
Si possono visitare liberamente, in orario d'ufficio, presso la sede del Consorzio.