Il depuratore di Bulgarograsso venne realizzato a partire dal 1975, e curato per trent'anni da parte di una società costituita dagli industriali della zona. I Comuni hanno provveduto a realizzare la rete di collettamento, riuniti in consorzi di gestione. Dal 2006 ai consorzi si è sostituita la società Alto Lura di proprietà dei comuni stessi. Al termine della concessione ai privati, nel luglio del 2010 l'impianto è stato riscattato dalla suddetta società e gestito con l'obiettivo di raggiungere la massima efficienza possibile, mediante progressivi lavori di ammodernamento e potenziamento delle linee.
L'aspetto più delicato dell'impianto è costituito dalle caratteristiche del liquame in arrivo, dove agli scarichi civili si sommano quelli del settore industriale dove domina il tessile. L'autorità pubblica per le acque ha imposto parametri molto rigidi per la qualità dello scarico, poiché non solo l'effluente presenta peculiari criticità dovute a tale settore produttivo, ma il ricettore, cioè il Lura, ha grande carenza di deflusso minimo vitale, sicché sovente a valle di Bulgarograsso l'acqua defluente è quasi esclusivamente quella dell'impianto.
All'impianto arrivano quasi 33 km di collettori fognari, per una popolazione equivalente maggiore di 37.000 abitanti e 104 utenze industriali; i volumi di liquami scaricati sono sostanzialmente uguali fra industriali e civili e si aggirano attorno ai mc 2.400.000.
Alto Lura S.r.l., per venire incontro alle esigenze delle attività produttive presenti sul territorio, tipicamente a vocazione tessile, ha adottato limiti allo scarico più ampi rispetto a quelli imposti dalla normativa vigente.
Per questo motivo, fra i vari provvedimenti adottati, è stato realizzato un impianto di ozonizzazione, che -assieme ad un altro caso- è l'unico presente in Lombardia. Questo impianto ha consentito di calare drasticamente l'impatto delle tinture reflue nell'acqua, arrivando a un rapporto di diluizione accettabile al controllo di 1/6; e a breve tale limite dovrà scendere ulteriormente, ma già oggi i risultati sono sostanzialmente congruenti con i nuovi limiti imposti. L'impianto ha quasi azzerato l'effetto di colorazione del fiume, che era uno degli aspetti più vistosi e stigmatizzati dai cittadini.
Dai dati disponibili del 2015 si apprende che la rimozione media del BOD (Domanda biochimica di Ossigeno) viene raggiunta all'80%, mentre quella del COD (Domanda Chimica di Ossigeno) al 70%, con valori in uscita che oscillano attorno al 10% dei limiti normativi allo scarico.
La realizzazione di un terzo sedimentatore ha poi consentito di ridurre drasticamente le portate di acqua scolmata in caso di intense piogge, per carenza di capacità dell'impianto, passando da una situazione di frequenza a una situazione di evento eccezionale.
per approfondimenti, via al sito di ALTO LURA SRL