Scolmatori, derivatori e argini
A volte si progettano scolmatori di piena o diversivi, cioè canali di dimensione adeguata a ricevere esclusivamente le acque in eccesso delle onde di piena, lasciando così i fiumi nel loro percorso storico. Sono scolmatori quelli che trasferiscono le acque da un fiume ad un altro, come nel caso del canale che drena le piene del Severo e dell'Olona nel Ticino. Sono derivatori o diversivi quei canali che ricevono le piene a monte di una città e le restituiscono allo stesso fiume più a valle.
Nelle aree pianeggianti, per evitare le alluvioni si è ricorsi, fin dalla antichità, alla realizzazione di argini sempre più alti. Spesso la sezione di un corso d'acqua arginato si presenta composta da due zone: un alveo interno di dimensioni più limitate, detto alveo inciso e normalmente capace di contenere le portate di piena ordinaria, e da una zona, detta golena, interessata dalle acque solo in occasione delle piene più importanti. Il metodo delle arginature costringe tuttavia il fiume in un alveo ristretto, determinato dall'uomo. Il fiume però trasporta a valle limo e ghiaia di continuo e lo rilascia lungo il suo corso; laddove le correnti tendono ad accumulare il materiale si forma un dosso, e il fiume lo aggira, formando un meandro.
In questo modo il corso d'acqua varia di continuo nel corso dei secoli, occupando uno spazio molto più esteso di quello di cui ha necessità nei periodi di magra. Quando l'uomo lo costringe fra gli argini, il fiume è costretto ad accumulare il limo e la ghiaia che trasporta da monte sempre negli stessi punti, poiché l'argine gli impedisce ogni divagamento. Questo fenomeno fa "salire" il letto del fiume, tanto che il livello medio dell'acqua tende a divenire "pensile" rispetto alle campagne circostanti. La pressione sugli argini aumenta e la loro efficacia diminuisce nel tempo, aumentando il rischio di esondazioni e rotte degli argini stessi sempre più devastanti. Negli attraversamenti urbani non c'è lo spazio per ampie arginature e il fiume viene ulteriormente costretto fra muraglioni, che aumentano la pressione e la velocità dell'acqua.
Argini, deviazioni del letto del fiume, innalzamento dei ponti sono definite dai tecnici "misure strutturali passive", poiché mirano a creare condizioni di deflusso che evitino l'allagamento delle aree da proteggere, aumentando la capacità di deflusso in alveo con livelli idrici inferiori a quelli d'esondazione. Non sono misure sufficienti; spesso sono palliativi temporali, per le ragioni esposte prima. Nel caso del Lura, non vi sono arginature poiché non vi è lo spazio per realizzarle, ma vi sono lunghi tratti in cui il fiume è costretto fra strette sponde in cemento e talvolta anche tratti coperti.
Scolmatore e derivatore
il primo trasferisce parte della portata ad un altro fiume più capiente, il secondo aggira l'ostacolo
(foto di PR Lura)
piena del Lura - novembre 2002
lo scoppio di un tombino al parco di Saronno
(foto di Archivio Parco del Lura)
il limite dei fiumi arginati
nel tempo il limo riempie l'alveo, il fiume sale di quota rispetto alla campagna circostante
(foto di PR Lura)
sezione di un fiume arginato
(foto di PR Lura)