Le conseguenze delle inondazioni, causate da tali fiumi e torrenti che scorrono in zone fortemente antropizzate, possono andare dalla paralisi del traffico, con danni alle attività commerciali e allagamento degli scantinati (come accade frequentemente ad esempio a Milano per le esondazioni urbane del Seveso), fino all'allagamento e all'isolamento d'interi centri abitati, comprese le infrastrutture viarie e le zone agricole circostanti, con effetti talvolta devastanti, come nel caso dell'Arno a Firenze nel 1966 o come in quello del Turia a Valencia nel 1957.
Disastrosi gli eventi e drastici i rimedi: a Valencia si è addirittura deviato il fiume fuori dalla città e realizzato un grande parco lineare nel suo alveo, straordinario esempio di restituzione in positivo di una catastrofe (si vedano le immagini a destra nella pagina).
La soluzione adottata da Valencia è estrema e difficilmente ripetibile, poiché occorre disporre di uno spazio e di una morfologia del terreno adeguati ad accogliere il nuovo letto del fiume, cosa non sempre possibile.
Per questo motivo, in un ambiente ormai integralmente urbanizzato come quello dell'area metropolitana lombarda, occorre adottare strumenti diversificati e complementari fra loro. Solo l'integrale realizzazione di tutti gli interventi pianificati può essere realmente risolutiva, viceversa la realizzazione parziale può collaborare ma non risolvere definitivamente.
Fra questi strumenti si indicano: