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Villa Arconati-Crivelli

Villa Arconati-Crivelli, circondata da un vasto giardino e collegata ai corpi di fabbrica dei rustici che, nel corso del 1500, costituivano il borgo di Rovellasca, per un certo periodo feudo degli Arconati. Si accede alla villa tramite un cancello settecentesco appartenuto alla Villa Verri di Biassono e trasferito a Rovellasca alla fine dell'Ottocento, in seguito al matrimonio di Carolina Verri con il conte Sormani Fumagalli. 
Il borgo di Rovellasca ha ruotato per secoli attorno alla villa e ai suoi feudatari.
Già citata come "Cassina de Rovelasca" nel "Liber consulum civitatis Novocomi", dove sono riportati i giuramenti prestati dai consoli dei comuni del comasco dal 1510 sino all'anno 1535, la terra di "Rovelasca" figura compresa nel 1652 tra quelle che componevano la pieve di Fino e infeudata, in forza dell'istrumento rogato il 18 ottobre 1538, a Giacomo Antonio Carcano. Successivamente, il comune con tutto il feudo giunse nella mani della famiglia Arconati. Nel "Compartimento territoriale specificante le cassine" del 1751, Rovellasca era sempre inserito nella pieve di Fino. Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, infeudato al conte Giuseppe Arconati al quale la comunità doveva annualmente consegnare "due forme di formaggio comasco" a titolo di onoranza, contava circa 1200 abitanti.  (dal Sistema informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche)
Sia il nome della casata Arconati che quello dei Crivelli ci riporta direttamente al Castellazzo di Bollate, Regia villa di delizie voluta da Galeazzo Arconati (a cui si deve il recupero del Codice Atlantico) e capolavoro del barocco lombardo. Fino agli anni Novanta del secolo scorso villa Arconati era proprietà degli stessi Crivelli, che restano ancora gli attuali proprietari dell’edificio di Rovellasca. 
Villa Crivelli
Villa Crivelli
(foto di PR Lura)
 
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