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Le torbiere scomparse

Le sorgenti del Lura si trovano ai piedi delle colline moreniche che separano la bassa Comasca dal Mendrisiotto ticinese: ciottoli e sabbia formatesi con l'accumulo di detriti sul fronte dei ghiacciai nelle ultime glaciazioni; sono particolarmente drenanti, e l'acqua tende a penetrarvi rapidamente. Nelle conche fra una collina e l'altra l'apporto del limo ha formato, nel corso dei millenni, preziosi bacini dove le acque si sono raccolte e hanno favorito la crescita dello sfagno, che tende ad accumularsi su sé stesso. Gli strati più profondi, sepolti dalle nuove pianticelle, si trasformano nel tempo in torba. Sfagno e torba sono la spugna naturale dei nostri ambienti. L'acqua piovana viene assorbita e trattenuta per lungo tempo e poi restituita piano piano al suolo e da lì alla falda freatica, o al corso del fiume stesso attraverso piccoli emissari. Le torbiere sono state il migliore regolatore della qualità e della quantità d'acqua. Poi è arrivato l'uomo che ha bonificato le torbiere per farne dapprima prati stabili e campi coltivati; poi è arrivata l'era contemporanea con le sue industrie e i suoi centri commerciali. L'impressionante espansione di questi ultimi anni ha interessato ogni spazio possibile distruggendo quel che restava delle torbiere e tutta la cotica esistente, annullando l'effetto regolatore naturale. Oramai in questi terreni tanta acqua precipita al suolo, quanta acqua finisce nel fiume. Nulla più trattiene le burrasche o anche soltanto le piogge persistenti. C'è chi minimizza questa visione pessimistica e osserva che, tanto, ormai non piove più a causa della siccità dell'effetto serra. Se è vero che alcuni valori degli ultimissimi anni farebbero immaginare una riduzione dei fenomeni piovosi, occorre non fidarsi delle apparenze o dei dati di breve periodo, poiché nessuno è in grado di stabilire cosa potrà succedere. 

 Lo Sfagno: In botanica, unico genere di muschi, che costituisce la sola famiglia dell'ordine Sphagnales e comprende oltre 300 specie, monoiche o dioiche, note col nome di sfagni o muschi delle torbiere: il loro protonema, di colore verde, è all'inizio filamentoso e ramificato quando si sviluppa in acqua, mentre in ambienti terrestri è formato da un corto filamento di poche cellule; successivamente la cellula apicale del filamento dà origine a una lamina dalla quale si sviluppano rizoidi effimeri e un fusticino foglioso. Gli sfagni, i cui fusticini sono rivestiti da uno strato di cellule morte che, per capillarità, possono assorbire acqua fino a una ventina di volte il loro peso secco, vivono in luoghi acquitrinosi o molto umidi, preferibilmente poveri di calcio, dove formano popolazioni di pulvini densi, detti sfagneti, che si accrescono in superficie, mentre le parti inferiori muoiono; queste possono svolgere un ruolo importante nella formazione della torba. (da enciclopedia Treccani)

Sfagno (Sphagnum)
Sfagno (Sphagnum)
la capacità di assorbimento idrico di questa pianta è equivalente a quella di una spugna
(foto di Fabio Lopez)
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